Incentivi alle imprese verso un testo unico

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La novità più importante in tema di agevolazioni per le imprese è il disegno di legge per la revisione del sistema degli incentivi, che è stato approvato dal Consiglio dei ministri il 23 febbraio e ora si trova ad affrontare il suo iter parlamentare. Il Ddl all’esame del Parlamento, tra gli altri, toccherà i principali ambiti di intervento del Mimint: la Ricerca & Sviluppo; l’Innovazione; la Formazione; l’accesso al credito; l’efficientamento energetico; la transizione ecologica e digitale.

Si prevede che il percorso sarà piuttosto lungo. Si tratta di un disegno di legge delega, quindi una volta approvato, il governo dovrà adottare i decreti legislativi per l’attuazione entro 24 mesi. La stesura di questi decreti richiederà la collaborazione di vari ministeri, tra cui il Mimit (Imprese e made in Italy) come proponente e altri nove come concertanti: Economia, Affari europei-Sud-Pnrr, Ambiente e sicurezza energetica, Affari regionali, Riforme, Lavoro, Affari esteri, Famiglia, Disabilità. Il tutto previa intesa della Conferenza Stato-Regioni.

L’Obiettivo è l’armonizzazione della disciplina di carattere generale in materia di agevolazioni alle imprese, coordinandola in un testo normativo unico, un «Codice degli incentivi».I decreti delegati dovranno porre le basi per la misurazione degli effetti e del reale utilizzo da parte delle imprese, il tutto a parità di risorse finali. Si punta a «evitare duplicazioni e sovrapposizioni» tra soggetti diversi che gestiscono le misure, anche mediante abrogazione di quelle ridondanti.

I decreti delegati avranno il compito di stabilire le fondamenta per la valutazione degli effetti e dell’effettivo utilizzo delle agevolazioni da parte delle imprese, il tutto senza aumentare le risorse a disposizione. L’obiettivo è quello di evitare duplicazioni e sovrapposizioni tra diverse entità che gestiscono le misure, anche attraverso l’abrogazione di quelle ridondanti.

Altri obiettivi sono la «pluriennalità e certezza dell’orizzonte temporale». Il Ddl preannuncia un impianto semplificato che dovrebbe passare anche per un maggiore ricorso a procedure digitalizzate e a protocolli operativi, prima in via sperimentale, per accelerare il rilascio del documento unico di regolarità contributiva (Durc) e della documentazione antimafia.

Il Mimit ha evidenziato che il riassetto degli incentivi è stato motivato dalla frammentazione estrema del sistema attuale. La Relazione annuale sugli interventi di sostegno alle attività produttive ha identificato 1.982 interventi, di cui 229 di competenza delle amministrazioni centrali e 1.753 di competenza delle amministrazioni regionali. Tale conteggio include anche gli interventi fiscali gestiti dall’Agenzia delle Entrate (81) e quelli di garanzia sul credito (65). Questo ha portato a una proliferazione di incentivi, anche in seguito alle misure di emergenza per far fronte alla crisi economica provocata dalla pandemia Covid-19. Per questo motivo, il ministero ritiene che sia necessario comprendere quanti degli incentivi recentemente introdotti siano effettivamente congiunturali, legati all’emergenza, e quanti e quali di essi possono assumere un ruolo strutturale.

Il Governo dovrà affrontare una difficile sfida nell’indurre le Regioni a collaborare per razionalizzare il sistema degli incentivi, superando le sovrapposizioni e cancellando eventuali misure doppie. Alcuni governatori hanno già espresso preoccupazione, e in alcuni casi irritazione, per questo tipo di operazione. Il disegno di legge delega ha l’obiettivo di favorire un utilizzo sinergico delle risorse disponibili, compresi i fondi europei, e promuovere la compartecipazione finanziaria delle Regioni, il coordinamento e le soluzioni di raccordo, con la possibilità di stipulare accordi programmatici specifici tra Stato e Regioni. Il provvedimento discende dal Pnrr, che originariamente aveva previsto una caratterizzazione orientata prevalentemente sul Mezzogiorno. Una prima versione del disegno di legge era stata approvata dal governo Draghi il 26 maggio 2022, ma è decaduta per la fine anticipata della legislatura.

dott. Roberto Macheda